sabato 25 marzo 2017

Lectio Divina - IV Domenica di Quaresima


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina(2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto





IV Domenica di Quaresima - Anno A 
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 9,1-41)
1 Passando vide un uomo cieco dalla nascita 2 e i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”. 3 Rispose Gesù: “né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. 4 Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. 5 Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo”. 6 Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7 e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 8 Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: “Non è egli quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?”. 9 Alcuni dicevano: “È lui”; altri dicevano: “No, ma gli assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io!”. 10 Allora gli chiesero: “Come dunque ti furono aperti gli occhi?”. 11 Egli rispose: “Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va’ a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista”. 12 Gli dissero: “Dov'è questo tale?”. Rispose: “Non lo so”. 13 Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14 era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15 Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: “Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo”. 16 Allora alcuni dei farisei dicevano: “Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato”. Altri dicevano: “Come può un peccatore compiere tali prodigi?”. E c’era dissenso tra di loro. 17 Allora dissero di nuovo al cieco: “Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?”. Egli rispose: “È un profeta!”. 18 Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19 E li interrogarono: “È questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?”. 20 I genitori risposero: “Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; 21 come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà lui di se stesso”. 22 Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23 Per questo i suoi genitori dissero: “Ha l’età, chiedetelo a lui!”. 24 Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: “Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore”. 25 Quegli rispose: “Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo”. 26 Allora gli dissero di nuovo: “Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?”. 27 Rispose loro: “Ve l’ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?”. 28 Allora lo insultarono e gli dissero: “Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! 29 Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia”. 30 Rispose loro quell'uomo: “Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31 Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, Egli lo ascolta. 32 Da che mondo è mondo, non s’è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33 Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla”. 34 Gli replicarono: “Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?”. E lo cacciarono fuori. 35 Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: “Tu credi nel Figlio dell’uomo?”. 36 Egli rispose: “E chi è, Signore, perché io creda in lui?”. 37 Gli disse Gesù: “Tu l’hai visto: colui che parla con te è proprio Lui”. 38 Ed egli disse: “Io credo, Signore!”. E gli si prostrò innanzi. 39 Gesù allora disse: “Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi”. 40 Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: “Siamo forse ciechi anche noi?”. 41 Gesù rispose loro: “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane”.

Breve esegesi

Nella festa delle capanne, delle luci, del Chanukka, il candelabro ebraico a sette bracci, Gesù proclama nel tempio:“Io sono la luce del mondo”. A questa autorivelazione di essere lui la luce si contrappongono le tenebre del mondo giudaico, che configurava il male, fisico o altro, come conseguenza del male commesso, del peccato; mentre i beni, la ricchezza, sono segno della benevolenza di Dio per il giusto. Nel giorno del riposo sabbatico e nella festa delle capanne Gesù guarisce un cieco nato. Fa del fango con la saliva, lo spalma sugli occhi, ridandogli la vista. Viene giudicato un peccatore, perché non osservante la legge di Dio del riposo sabbatico. Per i farisei “la legge non è per l’uomo, ma l’uomo per la legge”. Il cieco nato afferma agli osservanti farisei: colui che lo ha guarito è da Dio, è un profeta. Se fosse un peccatore non avrebbe avuto il potere di guarirlo. Replica piccata dei giudei:”Sei un peccatore e vuoi insegnare a noi”? Come tale lo cacciano. E’ nato cieco e si è trovato in un mondo di ciechi. Gesù lo rincontra e richiede la fede nel Figlio dell’uomo. Gesù è venuto nel mondo perché coloro che non vedono vedano e coloro che vedono diventino ciechi. Stigmatizza così la cecità dei giudei. 

Meditazione pregata

Cristo Gesù, una malsana concezione giudaica, espressa da scribi e farisei, che si ritenevano giusti, ha fatto ritenere i mali, cui è soggetto l’uomo per la sua creaturalità, come derivanti dai suoi peccati. Incontrato un cieco, i tuoi discepoli, soggetti alla cultura giudaica, ti hanno chiesto se il peccato fosse suo o dei suoi genitori. Cristo Signore, quante false manipolazioni della legge di Dio hai riscontrato in quanti detenevano il potere religioso sul popolo, nei suoi maestri e nei loro discepoli. Succede anche oggi nella tua Chiesa, dove è fenomeno istituzionalizzato la ricerca dei posti di responsabilità, per la propria gratificazione e affermazione, dimenticando il tuo insegnamento impostoci con la lavanda dei piedi ai discepoli. Difficile non sottrarsi alla mentalità del mondo. La tua risposta, Cristo Signore, ha aperto orizzonti nuovi alla mentalità dei tuoi discepoli: nessuno ha peccato, in lui si manifesterà l’opera di Dio. Da peccatore il cieco è divenuto opera della misericordia di Dio. Hai preso saliva e fango, Cristo Signore, unto i suoi occhi e lo hai mandato a lavarsi nella piscina di Siloe, ove ha visto la vita che lo circondava. Hai operato questo segno di sabato, giorno in cui ogni pio giudeo ricorda e contempla il creato, opera delle tue mani; ma occhi ciechi ti hanno maledetto, perché hai trasgredito la legge del loro piccolo dio, hai guarito invece di riposare. Quante assurdità contro l’uomo, giustificate dalla falsa fedeltà al Signore Dio: condanne a morte di eretici, guerre di religione, assoggettamenti di popoli ritenuti incivili. I farisei ti hanno anche tolto la patente di profeta, quale trasgressore della legge di Dio: “Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, eppure lo hai fatto poco meno degli angeli”. Togli dal nostro cuore, Signore, ogni pregiudizio, apri i nostri occhi per riconoscere la dignità di cui ci hai rivestiti, senza distinzione di persone, di popoli, di religione. Siamo tutti opera delle tue mani. 

Per la vita

Nella veglia pasquale il cero irrompe nelle tenebre della chiesa e il diacono canta:”Lumen Cristi”. L’espressione latina è pregnante perché Cristo è lampada che illumina. Noi siamo illuminati dalla sua luce e diveniamo luce agli occhi degli uomini: “Perché vedano le vostre buone opere e rendano gloria al Padre”. Cristo è luce attiva, noi passiva, siamo da lui illuminati. Nel dare la candela accesa al padre del battezzato il sacerdote dice “Perché illuminato da Cristo, viva sempre come figlio della luce”. Quanto ti fai illuminare da Cristo e quanto sei luce agli altri? La guarigione del cieco ha una finalità evangelica e pedagogica, segno della sua potenza, che è da Dio, per cui opera i segni, Lui la luce vera che illumina ogni uomo. Tutta la contrapposizione tra il cieco e i giudei trova motivazione nello scardinare le verità incrostate e assolutizzate della legge di Dio, per dare la vista all'uomo e verità alla sapienza che è da Dio. La sapienza evangelica illumina la tua esistenza? Quanto la tua vita è illuminata da Cristo, dalle beatitudini, per i tuoi comportamenti: sei mite, operatore di pace, giusto, misericordioso, puro di cuore? La tua vita è testimonianza di luce per altri?


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