domenica 7 maggio 2017

Lectio Divina - IV Domenica di Pasqua


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina(2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


IV Domenica di Pasqua - Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 10,1-10)





”In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2 Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. 3 Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 4 E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 5 Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”. 6 Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.7 Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 8 Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9 Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10 Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.

Breve esegesi 

L’evangelista riveste di contenuto cristologico la festa della dedicazione. Gesù è il tempio santo del Padre. Dopo aver guarito il cieco nato afferma: 
“Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza, io sono la porta delle pecore, gli altri sono mercenari“, in contrapposizione ai capi del popolo. Gesù ricopre di varie immagini la figura del buon pastore. 
La parabola sottolinea la commozione di Cristo nel vedere le folle sbandate, senza guide, come pecore senza pastore, abbandonate e preda dei mercenari. Il buon pastore entra per la porta, i ladri per la finestra. La porta è Cristo che dà accesso alle sue pecore. Lui buon pastore, chiama per nome le sue pecore, perché a ognuna ha dato un nome particolare. Riconoscono la sua voce e lo seguono. E’ il rapporto intimo di conoscenza, segno dell’appartenenza e protezione della vita delle pecore. 
“Lo seguono” indica la corrispondenza tra pastore e gregge. L’ovile esprime il sacro recinto del tempio, mentre il gregge è configurato al popolo di Dio. Il modo con cui ribadisce l’amore per le sue pecore si configura con il dono della sua vita per loro, a differenza dei farisei e capi del popolo, ritenuti dei mercenari.



Meditazione pregata 

Cristo Gesù Tu sei la porta ove entrare e avere la vita, tu sei il buon pastore; ma Tu sei colui che è, la pienezza dell’essere e basta. Ogni modo di essere ha in te la fonte, Tu ne sei la porta, solo entrando per essa ha senso la vita, è bella la pace che sorpassa l’umano sentire e infonde il tuo Spirito di risorto. Tu sei la porta per la nostra preghiera: quanto impetriamo al Padre lo chiediamo per tuo mezzo: “Per Cristo Nostro Signore”. Tutta la preghiera liturgica richiede la tua intercessione presso il Padre. Più ancora, di tutta la liturgia sei la porta, perché nella redenzione da te operata ha il fondamento ogni sacramento e porta sei della grazia divina, del soprannaturale. Cristo Signore, aprici sempre la porta per accedere a te e, parafrasando Sant'Agostino, diremo che inquieto è il nostro cuore se non ci fai entrare per la porta nel tuo ovile, ove ci custodisci e ci annoveri nel tuo gregge. Tu sei il buon pastore, come potresti non esserlo se hai dato la vita per le tue pecore? C’è chi dona e c’è chi prende; il mercenario oltre il prezzo stabilito per la custodia delle pecore, cerca di accaparrarsi sottobanco, di nascosto dagli occhi del padrone, quanto il gregge gli può fornire. Alla tua nascita, Cristo Signore, i primi ad adorarti sono stati i pastori: Tu sei venuto a salvare chi era perduto e a loro hai dato accesso per primi ad adorarti presso la culla, benché ritenuti ladri. Tu sei il nostro buon pastore e non il mercenario, perché hai dato e non preso, hai dato la tua vita per il tuo gregge. Vogliamo che Tu sia la nostra speranza onde porre in te le nostre speranze. Tu la nostra guida: indicaci le strade da percorrere per vivere in pienezza, in verità, in interiore onestà davanti a te e agli uomini la quotidianità della vita. E quando ci chiamerai, ci introdurrai alla destra nel tuo regno, non tra i capri. Così spero e così sia.


Per la vita 


Gesù vuole che abbiamo sapientemente discernere a chi affidare la nostra vita. Nessuno può assolutizzarsi come guida, ma deve fare riferimento al buon pastore, essere strumento di vita in Cristo. Occorre sapientemente e liberamente discernere chi umanamente e spiritualmente può aiutare il nostro cammino di vita. Persone interiormente libere, non portate a servirsi di noi per l’autoaffermazione. Cristo si è fatto servo di tutti. Bisogna anche liberarsi dalle varie dipendenze, onde pervenire alla maturità di vita in Cristo. Nella tua vita quanto attendi a maturarti nella misura di Cristo, mediante il suo vangelo, tua vita? Quanto spirito di Cristo è in te, per risentirlo come guida nel tuo cammino? Chi fa sostanziale riferimento alla guida spirituale di uomini, piuttosto che alla Parola, al Vangelo, a Cristo stesso, potrebbe dare segni di immaturità e di dipendenza. La vera direzione spirituale mira alla direzione spirituale personale. Gesù ha detto, dello Spirito Sano, ai suoi:”Lui vi insegnerà ogni cosa”. I farisei si facevano pagare le consulenze sulla legge, specie dalle vedove. Non rincorrere la retorica emotiva del buon pastore, ma sappi ancorarti a lui, lasciare che la tua mente sia in lui.


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