martedì 11 luglio 2017

11 Luglio 2017 - Novena del Carmine


Novena a cura di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm

QUINTO GIORNO 

Maria nel cenacolo convoca fratelli e sorelle,
apostoli e discepoli 


I carmelitani, nell'erigere il primo monastero sul Monte Carmelo presso la fonte di Elia, si sono richiamati al cenacolo di Gerusalemme, mettendo al centro delle loro celle l’oratorio, così chiamandolo a modo del cenacolo. L’oratorio è stato il luogo del convenire dei frati, il luogo dello spezzare il pane, il luogo della preghiera comune, il luogo dell’ascolto della Parola, il luogo ove attorniarsi a Maria, chiamata Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e Stella Maris. Infatti la lunga strada che si inerpica da Haifa al Monte Carmelo si chiama Via Stella Maris e la scritta è in latino, in ebraico e in arabo. Stella Maris perché dal Monte Carmelo è sottostante il mare mediterraneo e Maria è figura di faro, stella per i naviganti. Perché l’oratorio è stato il richiamo al Cenacolo? Per un duplice motivo. I carmelitani per il loro stile di vita si sono rifatti alla comunità primitiva di Gerusalemme, descritta nel capitolo secondo degli Atti degli Apostoli, ove erano un cuor solo e un’anima sola, erano assidui nella preghiera, nell'insegnamento degli apostoli e avevano tutto in comune, nell'attenzione ai bisogni di ciascuno ecc. ecc. 

Il secondo motivo è stato perché Maria, dopo l’ascensione di Gesù al cielo raccolse fratelli e sorelle, discepoli e apostoli nel cenacolo. Raccolti in preghiera nell'attesa della discesa dello Spirito Santo. Maria in quel contesto è stata la madre della chiesa. Lei ha raccolto attorno a se la chiesa nascente e in quei dieci giorni che hanno preceduto la pentecoste, si sono intrattenuti a parlare di Gesù, di quanto aveva loro lasciato in eredità e avrebbero trasmesso a tutte le genti, andando per il mondo a evangelizzare. Il primo grande quadro della Madonna del Carmine è nel Museo Nazionale di Cipro, prima comunità carmelitana in Europa, ove lei è raffigurata avente un grande mantello entro cui raccoglie i tanti figli e fratelli del Monte Carmelo. In Cipro fu eretto il primo monastero fuori dalla Palestina. I carmelitani che hanno edificato il monastero erano eremiti che vivevano alla presenza di Dio sul modello di Elia, erano pellegrini in Terra Santa, erano crociati che avevano deposto le armi. Si sono tutti ritrovati a vivere come fratelli attorno a Maria, costituita sorella e madre, a modo di come lei ha raccolto fratelli e sorelle, discepoli e apostoli, per essere un cuor solo e un’anima sola: la fraternità, carisma caratterizzante la vita nel Carmelo. Diversità armonizzate nella fraternità. Noi abitualmente stentiamo a entrare in sintonia con persone non umanamente compatibili, non aventi le nostre stesse radici, cultura, sensibilità e quant'altro. I carmelitani che si sono costituiti in fraternità venivano dal varie provenienze, avevano sensibilità ed esperienze diverse di vita e di cultura; ma si sono posti sotto il manto della Madonna e hanno voluto vivere come suoi figli e fratelli tra fratelli, sul modello di Cristo che si è fatto fratello tra fratelli, incarnandosi nel seno di Maria, che lo ha generato. 

Questo ci dice che le differenze tra noi non sussistono più quando, per fede, sappiamo che da Dio, per mezzo di Gesù, siamo convocati e radunati per essere, comunità di comunione, chiesa, popolo di Dio, un cuor solo e un’anima sola nella macerazione dell’io. Se ci atteniamo solo agli elementi umani notiamo le varie differenze che ci contraddistinguono, e magari ci contrappongono; ma se abbiamo uno scatto di fede, superiamo le differenze e ci conformiamo alla spirito di Cristo, allo spirito del vangelo per essere un cuor solo, in nome di Gesù e di Maria. Allora possiamo cantare tutti insieme: “Ci ha riuniti tutti insieme Cristo amor, godiamo ed esultiamo nel Signore”. Pensiamo come hanno trascorso quei cinquanta giorni i fratelli e le sorelle, i discepoli e gli apostoli convocati da Maria nel cenacolo. 
Ella è stata costituita madre di tutti noi quando Cristo Gesù crocifisso, con ai suoi piedi Maria e Giovanni, ha detto a Giovanni: “Ecco tua madre” e alla madre:”Ecco tuo figlio”. In Giovanni ci eravamo tutti noi, cui ci è affidata Maria come madre. Maria ha assunto questo ruolo di madre della chiesa affidatole da Cristo Gesù, e in questa veste ha convocato la chiesa nascente, perché avesse il suo sigillo con la discesa dello Spirito Santo, dopo averlo interrottamente pregato per avviare l’opera di evangelizzazione delle genti. 
Nello stesso tempo possiamo solo immaginare cosa Maria, nel cenacolo con i suoi, ha potuto comunicare del suo Figlio e cosa gli apostoli hanno condiviso con lei. Una conoscenza ed esperienza comune di vita con Cristo e in Cristo. 

Il modello di tante diversità riunite, in un cuor solo e un’anima sola, deve essere sempre presente nei nostri organismi ecclesiali e carmelitani in pericolare, Terz'Ordine come Confraternita, gruppi parrocchiali come comunità parrocchiale. Siamo sempre convocati da Maria per mezzo di Cristo Gesù e invitati a non far rilevare le differenze che ci distinguono e potrebbero contrapporci, quanto ciò che per fede e vocazione di vita nel Carmelo ci unisce. E sarà nostra pace. Quella pace, come afferma l’apostolo Paolo, nostro maestro e modello, proclamato tale nella nostra regola di vita carmelitana, “che sorpassa l’umano sentire, poiché ad essa siamo stati chiamati”. Maria ci è posta, nella esperienza di vita e spiritualità carmelitana, come modello di vita in Cristo. Nelle varie circostanze ed esperienze di vita a Lei e all’annuncio del vangelo del regno, proclamato da Cristo Gesù, dobbiamo riferirci. Il sentimento di amore filiale verso di Lei non snaturi il ruolo che Lei ha avuto e ha nella chiesa, di cui è madre, e in ciascuno di noi, rifacendoci al suo vissuto con Gesù, alla loro condivisione e comunione con apostoli e discepoli, fratelli e sorelle, senza sdolcinare il nostro personale rapporto con Lei. L’affetto dei figli verso la madre si manifesta nel far propria l’esemplarità materna. 


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