venerdì 14 luglio 2017

14 Luglio 2017 - Novena del Carmine


Novena a cura di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm


OTTAVO GIORNO 

La Madonna del Carmine e lo scapolare


Per noi carmelitani, che nutriamo l’amore e la devozione per Maria, non possiamo parlare di lei senza intrattenerci sul dono dello Scapolare, con cui ci ha dato di rivestirci di lei, di sentirci “fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”, come siamo denominati. Prima dell’apparizione di Maria e il suo dono dello Scapolare, i frati che erano sul Monte Carmelo celebravano la festa dell’Annunciazione di Maria. La Madonna che era in ascolto della Parola e mediante l’angelo si fa serva della Parola, era modello di vita e di intimità divina per i carmelitani. Maria si è fatta la serva del Signore per il disegno di Dio su di lei. Nell'ascolto e adesione alla Parola  si nutre la fede. La spiritualità carmelitana si nutriva, nella fede,  nel leggere, meditare e pregare incessantemente notte e giorno, dice la regola, la Parola del Signore e aggiunge:”Tutto quello che fate, fatelo sulla Parola del Signore”, inoltre:”La Parola di Dio dimori abbondantemente nel vostro cuore e sulla vostre labbra”. Maria lo ha espresso facendosi serva della Parola e inneggiando con il cantico del Magnificat al Suo Signore, inanellando passi biblici.  La Madonna è per i carmelitani il modello di vita in Cristo.  In un grande quadro nel museo di Cipro, che faceva parte del primo monastero fuori della Palestina, si vede Maria che apre il suo mantello e all'interno vi sono tantissimi carmelitani in piccolo, segno che prima del dono dello scapolare, sul monte Carmelo, i carmelitani si sentivano protetti e amati da Maria, tanto da sentirsi coperti dal suo manto. 
  
Questo mantello è premonitore del rapporto con Maria, che rivestirà del suo abito i carmelitani, mediante lo Scapolare. I carmelitani nell'espansione verso l’occidente non erano ben visti dalla Santa Sede. Gli ordini cavallereschi che provenivano dalla Palestina e avevano combattuto nelle crociate, non erano accettati fuori della stessa regione. Dovevano terminare la loro funzione nella chiesa. I carmelitani provenivano dalla Palestina ed erano configurati a questi ultimi. Per questo il rivolgersi di S. Simone Stok alla Madonna perché proteggesse i carmelitani e l’ordine fosse approvato dalla Santa Sede. La Madonna gli apparve donandogli lo scapolare, volle così  esprimere la sua protezione per l’ordine carmelitano  rivestendoli del suo abito.   Sappiamo molto bene che non sempre si è adusi credere alle apparizioni della Madonna.  A Fatima, tra le tante apparizioni, Maria è apparsa rivestita come Madonna del Monte Carmelo e Lucia è entrata e ha finito i suoi giorni in un monastero carmelitano. Inoltre l’ultima apparizione a Lourdes è avvenuta il 16 Luglio, e non è stato un fatto occasionale che la Madonna sia apparsa a Bernadette, nella sua ultima apparizione, il giorno della sua festività di Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.  Se le due apparizioni sono state approvate dalla chiesa, queste confermano l’apparizione della Madonna del Carmine che ha donato a noi il suo abito. E rivestiti del suo abito intercederà presso il suo figlio per introdurci in paradiso. Avere l’abito di Maria significa essere rivestiti di lei, non solo perché lo si indossa, quanto perché si è conformati a lei, a quello che lei è stata, come figlia di Dio e per la intimità vissuta con il suo Figlio Gesù. 

L’abito di Maria, il rivestirci di Lei, l’indossarlo sulla nostra pelle, ci fa sentire che noi siamo intimamente uniti a lei. Rivestirsi dello Scapolare, indossare l’abito di Maria non è un fatto formale o un simbolo fine a se stesso, ma un richiamarci continuamente a lei, sentirla madre e protettrice, sentirla nostra consolatrice nelle varie vicende tristi della vita, sentire che lei ha accompagnato il suo figlio nella salita al Calvario ed è rimasta ai suoi piedi al momento in cui è stato posto in croce e accompagnerà il nostro sentire al suo nelle nostre vicissitudini. Per cui nelle nostre afflizioni, a vario titolo, ci è sorella e madre; non lontana dal nostro sentire, dal nostro gioire e dal nostro patire, quasi a coprire la nostra esistenza del mantello del suo amore di madre.  
Giovanni Paolo II, il cui motto era “Totus Tuus”, segno della sua totale dedizione e donazione a Maria, ha indossato sempre lo scapolare. L’ultimo da lui indossato è stato donato a una nostra parrocchia carmelitana di Roma. Reliquia preziosa che ci riporta al papa scomparso come un modello di vita per come indossare lo scapolare, l’abito di Maria.  Lei e lui ci richiamano alla nostra vocazione, alla santità, come si è espressa la vita  di Giovanni Paolo II. Una santità vissuta nell'esperienza materna di Maria su di lui, sulla sua vita, anche nei pericoli della sua vita, tanto da immettere il proiettile con cui fu sparato, nella corona della Madonna di Fatima.    Lei, il suo modello di vita in Cristo, ci porta a vivere la nostra identità di carmelitani.  Lo scapolare, che simbolicamente è l’abito di Maria di cui ci rivestiamo, apre a una ricchezza di espressioni di vita, di cui dobbiamo rendere grazie a Lei che ha voluto essere di noi sorella e madre. 


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