sabato 15 luglio 2017

15 Luglio 2017 - Novena del Carmine


Novena a cura di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm

NONO GIORNO
La famiglia carmelitana 


“Tutte le persone e gruppi istituzionali e non, che si ispirano alla regola di S. Alberto, alla sua tradizione e ai valori espressi nella spiritualità carmelitana, costituiscono oggi, nella chiesa, la Famiglia Carmelitana. Tali siamo noi frati carmelitani e i nostri confratelli della riforma teresiana, le monache dell’uno e dell’altro ramo, le congregazioni religiose aggregate, i Terz’Ordini secolari, gli istituti secolari, gli associati all’Ordine e quei movimenti che, pur non facendone parte giuridica, cercano ispirazioni e sostengo dalla sua spiritualità, e parimenti ogni uomo e donna attratti dai valori vissuti nel Carmelo”. Così le nostre costituzioni, in sintesi, esprimono l’appartenenza alla famiglia carmelitana: mediante l’adesione all’eredità spirituale dei carmelitani, mediante le varie forme di indossare lo scapolare, mediante l’adesione al patrimonio di valori spirituali del Carmelo. Quando l’Ordine Carmelitano si diffuse in occidente, i tanti che frequentavano chiese e monasteri, vollero spiritualmente condividere, come laici, la vita nel Carmelo e sentirsi in vario modo aggregati all’Ordine Carmelitano. Tra i primi furono quanti collaboravano alla vita e alla gestione del monastero o donavano i loro beni per l’edificazione o sostentamento di chiese e monasteri. Più ancora quanti partecipavano alla preghiera comune e ricevevano nutrimento spirituale di vita nel Carmelo. Il fenomeno dell’aggregazione dei laici (uomini e donne, singoli e gruppi), apparve nell’Ordine del Carmelo nella seconda metà del secolo XIII. 

In questo tempo l’Ordine Carmelitano si divise in vari gruppi: frati, sacerdoti e religiosi non chierici che attendevano ai vari servizi della chiesa e del convento. Le oblate, donne che vivevano la loro vita nella preghiera, nella meditazione e nello spirito del Carmelo. Subito dopo venne per loro la professione dei voti religiosi e successivamente la vita di clausura in un monastero, come consacrate. In contemplazione e isolate dal mondo. Dopo sono state associate le terziarie consacrate, celibi e nubili. A queste si unirono i mantellati, uomini che indossavano il mantello bianco, quale forma di aggregazione all’Ordine. Nel secolo XVI si ebbe questo quadro della famiglia carmelitana: religiosi, monache, donne appartenenti al Terz’Ordine Carmelitano, confratelli dal mantello bianco e iniziarono a sorgere anche le prime confraternite dello scapolare. Una nuova evoluzione si ebbe nell’aggregare uomini e donne nel Terz’Ordine Carmelitano e il sorgere delle confraternite dello scapolare, che ebbero una notevole diffusione. In questa delineazione si ebbe un forte movimento della vita carmelitana, specie con l’erezioni di confraternite aggregate alla chiesa carmelitana o aventi una loro chiesa e una loro vita spirituale di preghiera e di carità sociale: l’attenzione ai poveri e il seppellire i morti, specie nelle pestilenze, di qui le loro cappelle funerarie. 

Più importante di tutto, in questo contesto storico, è il vivere la spiritualità carmelitana: vita interiore nell’essere in Dio, conformità a Cristo Signore, avendo la Madonna come modello di vita in Cristo, rivestirsi dello scapolare, come rivestirsi delle virtù di Maria, la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio, l’attenzione premurosa agli altri, nelle varie forme di carità. La partecipazione al carisma carmelitano pone, ieri come oggi, la questione dell’autonomia dei singoli gruppi che formano la famiglia carmelitana, che essendo tale, pur nell’autonomia giuridica, ecclesiale, nella distinzione, non possono non avere una unione nell’impegno comune, nella corresponsabilità ecclesiale, nella cooperazione e collaborazione complementare tra i vari membri della famiglia del Carmelo. Una comunione che non significa uniformità, ma fraternità che nel rispetto della pluralità esprima armonia e comunione ecclesiale e non isolamento o contrapposizione.

I Carmelitani sono sorti aggregando nella fraternità eremiti, pellegrini e crociati penitenti, di varie provenienze e culture per esser nella fraternità un cuor solo e un’anima sola. Di questa comunione ecclesiale e di unione nello spirito del Carmelo, i sacerdoti religiosi, il Terz’Ordine, le confraternite, devono dare testimonianza, come forma di evangelizzazione, facendo proprie le parole di Cristo Signore:”Perché vedano le vostre buone opere e rendano gloria al Padre che è nei cieli”. Alla base di tutto vi sia la formazione alla parola di Dio e alla spiritualità carmelitana. Non si può prescindere dalla conoscenza di quanti ci hanno preceduto e hanno fatto esperienza della vita in Dio, di quanti hanno fatto proprio lo spirito della regola carmelitana, espressa in questi cardini:”Vivere nell’ossequio a Cristo e Lui servire con cuore puro e retta coscienza”. 


E inoltre: “Meditare notte e giorno la Parola del Signore ed essere perseveranti nella preghiera”, avendo Maria modello di vita in Cristo e serva della Parola. Il riferimento è anche e soprattutto ai santi e ai mistici carmelitani, cui far riferimento, attendendo alla formazione e alla loro conformazione, mediante la formazione sistematica alla spiritualità carmelitana, mediante la conoscenza e l’approfondimento dei loro scritti, che non altro sono se non il vissuto dell’essere in Dio. Lo Scapolare di Maria sia il rivestirci di Lei, delle sue virtù, nella conformazione al piano di Dio su di Lei. 



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