sabato 16 dicembre 2017

Lectio Divina - III Domenica di Avvento



La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


III Domenica di Avvento - Anno B
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 1,6-8,19-28)

6 Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. 7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8 Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. 19 E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Chi sei tu?”. 20 Egli confessò e non negò, e confessò: “Io non sono il Cristo”. 21 Allora gli chiesero: “Che cosa dunque? Sei Elia?”. Rispose: “Non lo sono”. “Sei tu il profeta?”. Rispose: “No”. 22 Gli dissero dunque: “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?”. 23 Rispose: ”Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia”. 24 Essi erano stati mandati da parte dei farisei. 25 Lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”. 26 Giovanni rispose loro: “Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27 uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo”. 28 Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Breve esegesi 

Mentre è presentata la figura di Giovanni Battista, precursore del Messia, lo stesso si pone come figura antitetica a Cristo. Giovanni è l’uomo mandato da Dio perché tutti credessero per mezzo di lui, nell'atteso Messia. La testimonianza di Giovanni è ufficiale, perché resa davanti a sacerdoti e leviti, custodi del tempio. 
Molti lo configuravano all'atteso Messia, che mediante il battesimo avrebbe inaugurato i tempi nuovi. E’ testimonianza attestante ciò che lui è o ciò che non è. Non è il Messia, è solo via che conduce al Messia. La comunità degli Esseni, facendo proprio il testo del Deuteronomio, si attribuisce la missione di preparare l’avvento del Messia. Chiamare il Messia Signore è affermare la divinità, nell'accezione veterotestamentaria. 
Il battesimo in acqua di Giovanni è figura di quello nello Spirito Santo, che sarà dato da chi in incognito è in mezzo al popolo. Per proclamare la superiorità del Messia, Giovanni manifesta l’inferiorità del suo ruolo, configurabile a quello degli schiavi, che sciolgono i legacci dei sandali ai piedi dei loro padroni, di ritorno da un viaggio. Era l’espressione di maggiore umiltà, virtù del timore di Dio, del chi sono e chi è Lui.

Meditazione pregata 

Cristo Gesù, di Giovanni Battista hai detto che “tra i nati da donna non vi è stato alcuno più grande”. E lui mi è posto a modello dell’attesa della tua venuta nella carne; lui scarno ed essenziale nello stile di vita, identificato per quello che significa e offre da vivere il deserto, il luogo che mi porta a ricercarti, tolti i tanti fronzoli di cui è intrecciata la mia vita, per tendere all’essenziale, a te che sei la pienezza dell’essere. Ora ti cali nel tempo, nella storia, ti fai piccolo. Non ho l’animo di fare mia la condizione di Giovanni, incapace come sono di un tale tuffo da sovvertire il mio stile di vita, ma fammi continuamente discernere la vera utilità e bontà delle cose che posseggo, per allontanarmi da quelle che non sono pane e non danno vita. Quante adulterazioni del vero, dell’essenziale, quanto parlare e subito pentirmi per quanto detto, quanto rendere povera, inutile una giornata, quanto conformarmi per non essere da meno di altri. È il vuoto, e certo vuoto è insopportabile anche al mio sentire. Solo Tu, Signore, dai senso alle mie cose, alle mie movenze, alla mia vita. L’uomo di Dio, Giovanni, me lo poni accanto nell’attesa del tuo avvento nella carne. Mi è coscienza critica per il mio essere, pensare e agire, me lo poni come chiodo dentro di me per la conversione, il ritorno a te. Un altro, che non ti conosceva, andava girando con la lanterna per cercare l’uomo, e non lo trovò. Tu, dicendo di Giovanni che non è una canna sbattuta dal vento, ci fai capire tante cose: di essere uomini con una statura e dirittura morale forte, e solo da te attingere movenze. L’Avvento è il tempo forte che la liturgia ci dona per andare incontro a te che vieni, per questo ringraziamo la santa madre Chiesa che ci dispiega il tempo e il modo per vivere il grande evento.

Per la vita 

A Giovanni viene chiesto da parte delle autorità del tempio, preposti a qualsiasi forma liturgica, con quale autorità conferisse il battesimo. E’ configurabile a quanto avviene nelle nostre comunità, in cui qualsiasi forma di impegno, volta al bene e al servizio dei più deve essere autorizzata. “Bonum est diffusivum sui”, affermava la scolastica, il bene si diffonde, si espande di per sè, non ha bisogno di autorizzazioni. Gesù rimprovera i discepoli perché erano gelosi che altri scacciavano i demoni nel suo nome, e ordinò di non impedirlo. Soffrire di gelosia nei confronti di quanti operano per il bene è segno di meschinità, di non amore per il bene. L’umiltà dà credibilità, Giovanni è l’esemplare. Il tuo servizio è teso al bene dei più o attendi l’altrui gratificazione? Il Battista mette a confronto l’acqua e lo Spirito Santo, dirà: “Bisogna che lui cresca e io scompaia”. Nell’esperienza personale di Dio fai riferimento a colui che è l’eterno, l’assoluto, il tuo essere nella carne, nel tempo? L’acqua battesimale di Giovanni è configurabile all’acqua lustrale, all’aspersione penitenziale. Fa risuonare in te il salmo:” Purificami o Signore, crea in me, o Dio, un cuore puro, non cacciarmi lontano dal tuo volto”?


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